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CAPOLAGO FLYERS

Intervista con il Presidente Mattia Pedetti

Giunti ormai a quasi un mese dalla ripresa del campionato giovanile dei Capolago Flyers, per il Comitato dei Momò è arrivato il momento di tirare un primo bilancio di questo trimestre, analizzando soprattutto il lavoro svolto al di fuori della competizione.

Giunti ormai a quasi un mese dalla ripresa del campionato giovanile dei Capolago Flyers, per il Comitato dei Momò è arrivato il momento di tirare un primo bilancio di questo trimestre, analizzando soprattutto il lavoro svolto al di fuori della competizione. Nonostante la sconfitta nell’ultimo week end dei Novizi, usciti battuti per 17-3 contro il Novaggio,  per il Presidente Mattia Pedetti il risultato ottenuto nelle diverse sfide passa solamente in secondo piano, visto che il progetto societario è solo all’inizio e attualmente ancora in fase di crescita.
 

Mattia, spesso i risultati non danno risalto a tutto il lavoro che si svolge dietro alle quinte. Sei soddisfatto di questi primi mesi?

“Se devo analizzare il lavoro svolto al di fuori delle competizioni posso dire di essere soddisfatto sì, perché anno dopo anno abbiamo sempre più giovani che si avvicinano al nostro sport, dandoci la possibilità di crescere man mano. Come ho già ribadito diverse volte, e non mi stuferò mai di ripetermi, il risultato per noi non è solo ciò che troviamo scritto sul tabellone a fine partita, ma pure quanto fatto da tutti assieme. Mi spiego: ad inizio anno avevamo 8 ragazzi nella formazione Under 9 e 13 nella U13 (di cui 3 giocatori che però potevano ancora giocare nella categoria U9). Oggi invece, dopo due mesi, contiamo 18 ragazzi nella U9 e 17 nella U13, dunque un incremento di 14 ragazzi. Per noi questo vale di più di una vittoria.”
 

Quindi a Capolago il risultato sportivo non viene messo al primo posto?
 “Assolutamente no. Per mettere assieme un puzzle ci vuole chiaramente del tempo, perciò all’inizio è normale che l’obiettivo primario resta il divertimento. Spesso purtroppo i genitori guardano di più il risultato che il resto, dimenticandosi di quanto detto in precedenza. Bisogna aver pazienza e far lavorare Staff Tecnico e i ragazzi, poi sono sicuro che anche i risultati premieranno i nostri sforzi!”

Le squadre spesso subiscono cambiamenti. È una difficoltà in più?

“È una difficoltà che si sconfigge solo come il tempo. Spesso i ragazzi prima di iniziare a giocare questo sport hanno provato altre discipline, dunque capita di aver ragazzi che iniziano quando sono già grandicelli. Per esempio negli Under 16 abbiamo solo 4 ragazzi che erano presenti nella scorsa stagione, mentre tutti gli altri o sono nuovi giocatori oppure ragazzi arrivati da categorie inferiori, perciò bisogna iniziare con un nuovo ciclo, dando tempo a tutti di ambientarsi ed entrare negli schemi, spesso però ci si dimentica di ciò.” 

A livelli di numero ora iniziate a diventare una solida realtà nello sport ticinese, sei soddisfatto?
“La società è fiera del lavoro che si sta facendo sì, abbiamo bambini dai 5 anni ai 18 anni. Lo scorso anno eravamo l’unica società in Ticino ad avere una squadra iscritta al campionato in tutte le categorie, mentre quest’anno lo siamo in compagnia del Sayaluca, per cui il lavoro nel settore giovanile sta funzionando e deve proseguire su questa strada.”
 

Mentre per la prima squadra, cosa ci dobbiamo aspettare? 

“Venerdì prossimo si terrà un video conferenza con la Federazione Svizzera per impostare l’inizio della stagione in base alle possibili aperture ventilate dal Consiglio Federale. I ragazzi della prima squadra sono carichi e anche loro non vedono l’ora di tornare a giocare una partita. Ci aspetta una bella stagione, e noi siamo pronti!”